“La blockchain è certamente la tecnologia del futuro” dichiara Davide d’Atri, amministratore delegato di Soundreef. “Siamo quindi molto soddisfatti di aver introdotto per i nostri iscritti questo servizio che, avendo anche valore legale, tutela e garantisce al 100% l’originalità dell’opera.”
Un sistema che promette maggiori tutele agli aventi diritto. Non è la prima volta che i percorsi di blockchain e musica si incrociano: a giugno Reheego Music, fondata dall’italiano Marco Rinaldo, ha annunciato un accordo con Quincy Jones per verificare e riscuotere i diritti dei contenuti in modo automatico.
Ma anche su questo campo le visioni di Soundreef e SIAE non convergono.
SIAE: “Tecnologia poco matura, ma in futuro cambierà tutto”
Per SIAE, però, applicare la blockchain alla gestione del diritto d’autore è “troppo presto” ed etichetta il servizio promosso da Soundreef come “una mossa di marketing”, che fa leva sul tema caldo della blockchain. “Quello di Soundreef – spiega Matteo Fedeli, direttore della divisione Musica – è un sistema di marca temporale che non cambia lo stato delle cose, non cambia il mondo del diritto d’autore, basato sull’intermediazione“.
“A oggi – prosegue Fedeli – la blockchain non è altro che un servizio di marca temporale, che può fare anche un notaio. Quest’ultimo, inoltre, resta il sistema migliore, oggi, perché è anche il più facile da spiegare a un giudice, che resta poi l’unico che possa realmente difendere un autore dal plagio“.
“La tecnologia è poco matura e lo si nota anche nella letteratura di ricerca” aggiunge Fedeli. “Fondamentalmente oggi la tecnologia attuale e le possibili implementazioni non portano alcun valore aggiunto agli aventi diritto rispetto al sistema attuale“.
Né Fedeli né SIAE sono però contrari all’implementazione della blockchain; anzi, Fedeli prospetta un futuro lontano in cui, potenzialmente, nemmeno SIAE esisterà nella sua forma attuale: nessun intermediario per la gestione dei diritti d’autore e il pagamento del contenuto passa direttamente dall’utilizzatore all’autore attraverso una rete.
“Io oggi incasso un euro per una canzone, lo do alla società che ne detiene i diritti, che poi li passa agli aventi diritto originali” ricorda Fedeli. “La blockchain è destinata a disintegrare tale meccanismo: attraverso la rete un utilizzatore italiano che mette i soldi a un certo punto sarà in grado di pagare l’avente diritto originale ovunque egli sia, pure all’estero“.
E in tale contesto che ruolo avrebbero intermediari come SIAE e Soundreef? “Pensando a Bitcoin, la gran parte degli utenti ci interagisce attraverso un’interfaccia, che comunica con la blockchain, ossia Coinbase. Noi dobbiamo diventare il Coinbase del diritto d’autore” secondo Fedeli.